“OMAGGIO AD IPPASO DA METAPONTO” di Edi Sanna
L’opera “Omaggio ad Ippaso da Metaponto” è una scultura composta da una forma bidimensionale in ferro e da un raggio di luce che proietta l’ombra della forma in ferro. La forma rappresentata dall’ombra, che appare tridimensionale, svela un Dodecaedro inscritto in una Sfera.
La scelta è dovuta ad uno studio sui Pitagorici, per cui ho letto che Ippaso da Metaponto decise di divulgare al popolo come s’inscrive un Dodecaedro in una Sfera. Per questo motivo i Pitagorici stessi decisero di manomettere la sua imbarcazione affinché non rientrasse dalla pesca, e Ippaso perisse in mare.
Per chiarire l’importanza dell’atto di Ippaso da Metaponto segue un breve inciso:
<<Giamblico ci riferisce che il numero era chiamato “primo paradigma della creazione” dagli Acusmatici della scuola di Ippaso e per tanto era considerato strumento di giudizio di Dio creatore. Dai recenti studi scientifici, in particolare quelli che utilizzano i frattali, pare che le creazioni della natura abbiano una base matematica che definisce la loro struttura.
L’Aritmetica, la Geometria e l’Armonica (o subcontraria) non erano fini a se stesse ma strettamente connesse con la conoscenza universale giacché derivano dal numero. A queste dottrine della conoscenza poteva attingere solo una elite e ne era vietata la divulgazione.
I solidi Platonici sono i cosiddetti poliedri regolari, che furono chiamati anche figure cosmiche presso i Pitagorici, che attribuivano al Dodecaedro un’importanza fondamentale.
Essi associarono le 4 radici o elementi mediante i quali sono costituite tutte le cose, a quattro poliedri regolari: Terra - esaedro; Acqua - icosaedro; Aria - ottaedro; Fuoco - tetraedro.
Al non meglio precisato etere quale quinto elemento attribuirono la sfera dell’universo, che contiene gli altri quattro “…il dodecaedro, il poliedro che per il valore raggiunto dall’apertura dei suoi angoli è quello che si avvicina alla perfezione della superficie sferica”. Le facce del dodecaedro sono pentagoni che era una figura sacra ai Pitagorici, legata alla sezione aurea, al pentagono stellato (figura distintiva della scuola) e alla sua scomposizione in trenta triangoli.
“Un dodecaedro è quindi “costituito nel suo complesso da 360 triangoli e cioè da un numero legato a considerazioni geometriche e astronomiche ... Un passo del Fedone sembra accennare proprio a questa maggiore aderenza, rispetto a tutti gli altri poliedri, alla sfera …il dodecaedro inscritto in una sfera racchiude gli altri poliedri inscritti nella stessa sfera …”
(“Polyhedra” di Wilma Di Palma, Roma 1994. Ed. Argos)
“Iamblico: …(Ippaso) è certamente la figura più importante dell’antico Pitagorismo e solo la scarsa documentazione rimasta su di lui impedisce di vederlo in tutto il suo rilievo.
Un Ippaso Pitagorico che si fa antipitagorico per un più largo e umano sentire, in contrasto con la visione aristocratica del vecchio saggio, considerato principio e termine di ogni sapere.
Eraclito è associato a Ippaso per la sua aspra polemica contro Pitagora ed anche nell’affermazione di un universo unico, mobile e determinato. Ippaso è associato anche ad Archita nell’aver denominato armonica quella medietà che da Pitagora era chiamata subcontraria. Con Archita avrebbe anche in comune la misteriosa sparizione marina ..."
Iamblico: "Di Ippaso si racconta che fosse dei Pitagorici, ma che per aver divulgato per primo la costruzione della sfera di dodici pentagoni, perisse in mare come empio; e tuttavia gliene restasse la gloria come inventore…colui che per primo divulgò la natura delle grandezze commensurabili e incommensurabili agl’indegni di partecipare a tali cognizioni…perì, infatti, come empio in mare colui che rivelò come s’inscrive nella sfera l’icosaedro, cioè il dodecaedro, una delle cinque figure dette solide …"
Waerden in Hermes, 1943, così riassume l’opera di Ippaso: "Ritrovamento del dodecaedro in geometria. Del medio armonico ( 6-8-12 ) in aritmetica. Prova sperimentale coi vasi degli intervalli sinfonici in musica. Dottrina dei periodi cosmici in cosmologia. Dottrina del fuoco in metafisica".>>
( Biblioteca di studi superiori “Pitagorici” Fascicolo primo, di Maria Campanaro Cardini. Ed. La Nuova Italia )
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